La memoria del viaggiatore
Viaggio verso gli altri, viaggio verso l'Altro
Non fosse o non fosse stato per la magia della memoria, il viaggio della vita sarebbe sprovvisto d'ogni fondamento. Il Viaggiatore che scorre gli oceani, attraversa le pianure e percorre su e giù le foreste, non è dotato che di una sola arma: i tesori della sua memoria, che vanno dall'apprendimento delle lingue straniere alla conoscenza della cultura dell'Altro
E', questa, una frase del Cigevista e Premio Nobel della Fisica, professor Pierre-Gilles de Genne, pronunciata il mese scorso ad una conferenza tenuta all'Università di Tunisi, che fece scaturire in me questo desiderio di sondare un po' più la memoria del Viaggiatore. Diceva, il professore, che "Un essere umano normale tiene a mente 100 000 parole, se egli non parla che una sola lingua. Invece colui che ne parla, per esempio, nove e che, inoltre, è viaggiatore, ha una riserva mnemonica di un milione di parole e non solamente di 900 000".
Io rivedo, ad un tratto, il nostro piccolo bimotore, mentre atterrava su un minuscolo ammasso roccioso dell'arcipelago Juan Fernandez, all'isola di Pasqua. La mia memoria rivede un centinaio di fiori di papavero danzanti secondo i capricci del vento mentre prendevano in giro il nostro piccolo aereo.
Questo papavero non ne è propriamente uno, ma un fiore simile detto amabolla, d'un rosso vivo come quelle di un vero papavero: la mia memoria lo ha rivestito di due diversi abiti. Il primo era quello di un odore acre e persistente e di un colore scuro e sinistro: una fumeria d'oppio a Luang Prabang, nel Laos, nel 1973. La seconda immagine, simultanea ed immediata, è quella di un campo di tulipani dal portamento altezzoso, altrettanto provocanti quanto questi papaveri danzanti, con lo stesso fruscio del vento e la stessa danza che al villaggio miniaturizzato di Madurodum, in Olanda, nel 1969. Qual è, dunque, questa macchina che, in pochi secondi, durante un rumoroso atterraggio di un piccolo aereo alla fine del mondo, ritrova con chiarezza e con forza colori, suoni ed odori dei negativi, rimasti intatti dopo oltre 30 anni?
La Memoria!
Cosa rappresenta questa memoria?
Il nostro spirito è fatto di emozioni per amare ed apprezzare, d'intelligenza per capire ed infine di memoria per agire. Questa memoria permette di acquisire l'informazione, di conservarla e di restituirla.
Ad immagine di un muscolo, la memoria si fortifica adoperandola. Per svegliare i sensi, occorre aguzzare l'interesse che permette così alla memoria di svilupparsi. Per il suo buon funzionamento, essa esige ugualmente di trovarsi in buona forma ed in buona salute. Il soggetto non stanco, che beve le parole dell'altro o divora la pagina di un libro, inciderà facilmente il messaggio nella propria memoria.
Di fronte all'enigma della memoria, Sant'Agostino diceva già nel V° secolo: "Lo spirito dell'uomo è troppo esiguo per comprendere sé stesso".
Come fa, dunque, il nostro misterioso cervello per comprendere e restituire?
Noi disponiamo di circa 50 miliardi di neuroni nel nostro cervello. Migliaia di miliardi di sinapsi, o punti d'incontro, permettono ai neuroni di comunicare. La loro funzione è dunque quella di ricevere, di conservare e finalmente di trasmettere le informazioni ricevute al momento voluto
Per conservare questa macchina in marcia, bisogna utilizzarla a fondo. E sempre. La memoria non si logora se non quando non se ne serve.
I campi di attività della memoria sono innumerevoli. L'apprendere le lingue straniere droga la nostra memoria in modo fantastico. Tanto più che il Viaggiatore, attraverso questa nuova lingua, potrà penetrare nel girone, nella cultura e nel pensiero dell'Altro. Il Viaggiatore poliglotta si trova così ad essere molto più ricco. Durante il viaggio, innumerevoli istantanee retrospettive spingono i nostri neuroni ad una autentica danza del fuoco. Il qualche secondo, e per analogia, si abbandona il mostro del Loch Ness in Scozia, per ricercare la rana sacra color arancio e nera di Atelopus, al lago Titicaca, passando per l'incredibile e vecchio, ancor vivente dinosauro dei mari, il celacanto delle isole Comore.
Memoria, quando tu ci possiedi
Il viaggio permette dunque l'incontro con gli altri e con l'Altro, ed è così l'affascinante detentore dell'alterità, che rappresenta in sé un vero valore.
La scrittura del viaggio, basata sulla memoria, servirà allora a prolungare il viaggio. Questa scrittura diviene un atto memoriale, con una gran varietà spaziale, temporale e linguistica.
Innovando l'insegnamento, gli Inglesi interpellano la memoria e lanciano oggi, sul Web, un metodo ludico ed interattivo per imparare l'inglese: "Telle me more kids" si basa sulla tecnologia del riconoscimento vocale del professor Phileas e del pappagallo Kaliko. I giochi, il karaoke ed i disegni animati faranno la stessa cosa per stimolare la memoria.
Nella vita pratica, la memoria accessoria sarà sempre più presente, sotto forma di un ordinatore, di un super telefono cellulare, di un MP3, di un iPod, di un GPS o di un prezioso organiser.
La "Memoria generazionale" che trasmette la cultura, l'identità e l'arte degli avi è diversa dalla "Memoria storica" che riporta i grandi avvenimenti e che vuole anche essere una morale. I Tedeschi non hanno messo a punto un nuovo approccio detto "Gegen das Vergessen" o "Contro l'oblio" affinché la memoria collettiva tedesca capisca i propri mali, curi le sue ferite e si riconcili con la sua Storia? Un lavoro di memoria ci permetterà di riallacciarci ad un passato, per quanto tumultuoso possa essere stato, per estrarne i germi di un futuro più sereno sul cammino della Pace!
Il "Rispetto del passato" ci permette ugualmente di rendere omaggio ai nostri antenati, ai nostri eroi ed ai nostri padri. Rendere a Cesare ciò che è di Cesare. La memoria sarà così un pegno d'eternità, così come viene descritto così bene da Vladimir Yankelevic: "Colui che è stato, non può più ormai non essere stato: ormai, questo fatto misterioso e profondamente oscuro di essere stato è il suo viatico per l'eternità".
Resta tutto un campo di misteriose memorie, inesplicabili ed ancora inesplorate, quali la trasmissione del pensiero, la telepatia o ancora la memoria intra-uterina. Il padre della psicanalisi moderna Sigmund Freud non ha scoperto un'altra faccia della memoria, l' "Unterbewusstsein" ovvero l' "incosciente"?
Bisogna forse saper valorizzare l'inutile ed utilizzare talvolta la memoria che immagina piuttosto che quella che ripete! Bisogna voler sognare, il viaggiatore forse ne è capace!
Il viaggio è ancor lungo! La genetica, infine, ci permetterà, un giorno, di salvaguardare la nostra memoria, basata su un "capitale neuroni" non rinnovabile!
Felice chi, come Ulisse, ha fatto un bel viaggio e che ha dotato la sua memoria della cultura degli altri, per poter meglio comprendere ed amare l'Altro.
Buon vento, buon coraggio a tutti i lettori di Astrolabe!
R.T.