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Rached El Greco - Page 104

  • La magia della memoria

    La memoria del viaggiatore

     

    Viaggio verso gli altri, viaggio verso l'Altro  

     

    Non fosse o non fosse stato per la magia della memoria, il viaggio della vita sarebbe sprovvisto d'ogni fondamento. Il Viaggiatore che scorre gli oceani, attraversa le pianure e percorre su e giù le foreste, non è dotato che di una sola arma: i tesori della sua memoria, che vanno dall'apprendimento delle lingue straniere alla conoscenza della cultura dell'Altro


    E', questa, una frase del Cigevista e Premio Nobel della Fisica, professor Pierre-Gilles de Genne, pronunciata il mese scorso ad una conferenza tenuta all'Università di Tunisi, che fece scaturire in me questo desiderio di sondare un po' più la memoria del Viaggiatore. Diceva, il professore, che "Un essere umano normale tiene a mente 100 000 parole, se egli non parla che una sola lingua. Invece colui che ne parla, per esempio, nove e che, inoltre, è viaggiatore, ha una riserva mnemonica di un milione di parole e non solamente di 900 000".

    Io rivedo, ad un tratto, il nostro piccolo bimotore, mentre atterrava su un minuscolo ammasso roccioso dell'arcipelago Juan Fernandez, all'isola di Pasqua. La mia memoria rivede un centinaio di fiori di papavero danzanti secondo i capricci del vento mentre prendevano in giro il nostro piccolo aereo.

    Questo papavero non ne è propriamente uno, ma un fiore simile detto amabolla, d'un rosso vivo come quelle di un vero papavero: la mia memoria lo ha rivestito di due diversi abiti. Il primo era quello di un odore acre e persistente e di un colore scuro e sinistro: una fumeria d'oppio a Luang Prabang, nel Laos, nel 1973. La seconda immagine, simultanea ed immediata, è quella di un campo di tulipani dal portamento altezzoso, altrettanto provocanti quanto questi papaveri danzanti, con lo stesso fruscio del vento e la stessa danza che al villaggio miniaturizzato di Madurodum, in Olanda, nel 1969. Qual è, dunque, questa macchina che, in pochi secondi, durante un rumoroso atterraggio di un piccolo aereo alla fine del mondo, ritrova con chiarezza e con forza colori, suoni ed odori dei negativi, rimasti intatti dopo oltre 30 anni?

     La  Memoria!


    Cosa rappresenta questa memoria?
    Il nostro spirito è fatto di emozioni per amare ed apprezzare, d'intelligenza per capire ed infine di memoria per agire. Questa memoria permette di acquisire l'informazione, di conservarla e di restituirla.
    Ad immagine di un muscolo, la memoria si fortifica adoperandola. Per svegliare i sensi, occorre aguzzare l'interesse che permette così alla memoria di svilupparsi. Per il suo buon funzionamento, essa esige ugualmente di trovarsi in buona forma ed in buona salute. Il soggetto non stanco, che beve le parole dell'altro o divora la pagina di un libro, inciderà facilmente il messaggio nella propria memoria.
    Di fronte all'enigma della memoria, Sant'Agostino diceva già nel V° secolo: "Lo spirito dell'uomo è troppo esiguo per comprendere sé stesso".


    Come fa, dunque, il nostro misterioso cervello per comprendere e restituire?
    Noi disponiamo di circa 50 miliardi di neuroni nel nostro cervello. Migliaia di miliardi di sinapsi, o punti d'incontro, permettono ai neuroni di comunicare. La loro funzione è dunque quella di ricevere, di conservare e finalmente di trasmettere le informazioni ricevute al momento voluto

    Per conservare questa macchina in marcia, bisogna utilizzarla a fondo. E sempre. La memoria non si logora se non quando non se ne serve.

     

    I campi di attività della memoria sono innumerevoli. L'apprendere le lingue straniere droga la nostra memoria in modo fantastico. Tanto più che il Viaggiatore, attraverso questa nuova lingua, potrà penetrare nel girone, nella cultura e nel pensiero dell'Altro. Il Viaggiatore poliglotta si trova così ad essere molto più ricco. Durante il viaggio, innumerevoli istantanee retrospettive spingono i nostri neuroni ad una autentica danza del fuoco. Il qualche secondo, e per analogia, si abbandona il mostro del Loch Ness in Scozia, per ricercare la rana sacra color arancio e nera di Atelopus, al lago Titicaca, passando per l'incredibile e vecchio, ancor vivente  dinosauro dei mari, il celacanto delle isole Comore.


    Memoria, quando tu ci possiedi

    Il viaggio permette dunque l'incontro con gli altri e con l'Altro, ed è così l'affascinante detentore dell'alterità, che rappresenta in sé un vero valore.
    La scrittura del viaggio, basata sulla memoria, servirà allora a prolungare il viaggio. Questa scrittura diviene un atto memoriale, con una gran varietà spaziale, temporale e linguistica.
    Innovando l'insegnamento, gli Inglesi interpellano la memoria e lanciano oggi, sul Web, un metodo ludico ed interattivo per imparare l'inglese: "Telle me more kids" si basa sulla tecnologia del riconoscimento vocale del professor Phileas e del pappagallo Kaliko. I giochi, il karaoke ed i disegni animati faranno la stessa cosa per stimolare la memoria.
    Nella vita pratica, la memoria accessoria sarà sempre più presente, sotto forma di un  ordinatore, di un super telefono cellulare, di un MP3, di un iPod, di un GPS o di un prezioso organiser.
    La "Memoria generazionale" che trasmette la cultura, l'identità e l'arte degli avi è diversa dalla "Memoria storica" che riporta i grandi avvenimenti e che vuole anche essere una morale.  I Tedeschi non hanno messo a punto un nuovo approccio detto "Gegen das Vergessen" o "Contro l'oblio" affinché la memoria collettiva tedesca capisca i propri mali, curi le sue ferite e si riconcili con la sua Storia? Un lavoro di memoria ci permetterà di riallacciarci ad un passato, per quanto tumultuoso possa essere stato, per estrarne i germi di un futuro più sereno sul cammino della Pace!

    Il "Rispetto del passato" ci permette ugualmente di rendere omaggio ai nostri antenati, ai nostri eroi ed ai nostri padri. Rendere a Cesare ciò che è di Cesare. La memoria sarà così un pegno d'eternità, così come viene descritto così bene da Vladimir Yankelevic: "Colui che è stato, non può più ormai non essere stato: ormai, questo fatto misterioso e profondamente oscuro di essere stato è il suo viatico per l'eternità".
    Resta tutto un campo di misteriose memorie, inesplicabili ed ancora inesplorate, quali la trasmissione del pensiero, la telepatia o ancora la memoria intra-uterina. Il padre della psicanalisi moderna Sigmund Freud non ha scoperto un'altra faccia della memoria, l' "Unterbewusstsein" ovvero l' "incosciente"?

    Bisogna forse saper valorizzare l'inutile ed utilizzare talvolta la memoria che immagina piuttosto che quella che ripete! Bisogna voler sognare, il viaggiatore forse ne è capace!
    Il viaggio è ancor lungo! La genetica, infine, ci permetterà, un giorno, di salvaguardare la nostra memoria, basata su un "capitale neuroni" non rinnovabile!
    Felice chi, come Ulisse, ha fatto un bel viaggio e che ha dotato la sua memoria della cultura degli altri, per poter meglio comprendere ed amare l'Altro.


    Buon vento, buon coraggio a tutti i lettori di Astrolabe!

    R.T.
  • LA MACEDOINE (Suite et fin)

    C'est au bord du si romantique lac Ohrid que le savant Cyrille a ...

     

    A Ohrid, tout est petit, vieux et "suspendu". Dans les étroites ruelles, les maisons, pour voler un peu plus de soleil, ont souvent un premier étage qui déborde de 70 cm, donnant ainsi plus de clarté et plus d'espace au logis.

    Le lac, aux eaux cristallines provenant de sources souterraines limpides, est un véritable thermostat pour la ville d'Ohrid, lui procurant un climat tempéré. Ce n'est pas un hasard si Ohrid fait partie des 469 merveilles présentées par Astrolabe-Plus-1997!

    C'est au bord du si romantique lac Ohrid que le savant Cyrille, aidé par son frère Méthode, crée au IXe s., à partir des majuscules de l'alphabet grec, l'alphabet cyrillique, qui déjoue ainsi l'hégémonie de l'Empire byzantin et romain.

    A ce jour, seules 18 majuscules grecques sont passées telles quelles dans l'alphabet russe, en plus du "Phi", adopté comme un "F". Les 17 autres caractères sont d'anciennes lettres glagolitiques plus ou moins déformées.

    Au XVIIIe s., Pierre le Grand imposa une réforme de l'alphabet cyrillique le distinguant ainsi de celui de l'église.

    Si Cyrille a adopté les majuscules de l'alphabet grec, c'est qu'un alphabet plus ancien, dit glagolitique (du vieux slavon "glagol", qui signifie verbe) avait été créé pour certains dialectes slaves avec, cette fois, les minuscules de l'alphabet grec. A cette époque, les rois de France prêtaient serment à Reims sur un Évangile en caractères glagolitiques, l'Évangile de Saint-Jérôme.

    L'alphabet cyrillique est aujourd'hui utilisé par tout le peuple slave et par celui de l'ancien empire soviétique, soit par près de 360 millions de personnes.

    Le russe, l'ukrainien, le bulgare et le serbe, par exemple, s'écrivent en caractères cyrilliques.
    Saint-Cyrille, dit le philosophe de Thessalonique, fut au départ un simple prêtre grec. Il fut chargé avec son frère Méthode d'évangéliser les pays slaves et, en particulier, la Moravie, soit la région centrale de l'ancienne Tchécoslovaquie.

    Au IXe s., cette Moravie christianisée par Méthode et Cyrille, formera le noyau d'un grand royaume, où l'aspect orthodoxe du christianisme prendra toute son ampleur. C'est ainsi que les églises chrétiennes d'Orient n'admettent plus l'autorité pontificale de Rome dont elles se séparent en 1054.

    D'aucuns diront aujourd'hui que c'est finalement Saint-Clément, l'élève émérite de Cyrille et Méthode, qui créa, à la mort de ses maîtres, la première université cyrillique avec 3000 étudiants.

    Ces 3000 érudits ne sont-ils pas la source même de la propagation de l'Orthodoxie transcrite en cyrillique, et donc de cette grande expansion de l'Orthodoxie au détriment d'un Catholicisme pur et dur?

    Quant aux voisins Bulgares il rappellent que le 24 mai est fêté chaque année pour marquer la naissance du Cyrillique. L'Etat bulgare fondé en 681 par des Slaves et des Protobulgares est une fusion d'ethnies. Il est vrai aussi que Cyrille et Methode sont passés par cette Bulgarie du roi érudit Siméon.

    365 églises et monastères sont la plus précieuse richesse historique de cette ville d'Ohrid. Dans une de ces églises, du XIVe s., tous les sacres et sacrements se font dans un espace de 40m2 à peine. Des gravures sur bois ornant les murs donnent à l'église Santa-Maria tout le secret de l'ardente ferveur des Orthodoxes.

    Plus loin, en escaladant une pente raide, au risque de glisser sur des pavés émoussés par les ans, nous arrivons essoufflés au parvis de la célèbre église Saint-Clément, aux couleurs chatoyantes rappelant celles de Venise. Le silence donne encore plus de grandeur à l'Histoire. Les vieilles dalles de la rue évoquent les pas des Saints et des érudits disparus. L'atmosphère est biblique, baignée par cette paix profonde et mystérieuse que je devais ressentir trois mois plus tard à Jérusalem (Al Qods), où le même Mont des Oliviers a vu naître trois religions monothéistes, dans un environnement presque irréel, serein et inondé de grâce divine.

    L'enceinte Grand Empire de cette célèbre église date du XIIIe s. Trois vastes salles et des chapelles attenantes verront un siècle plus tard s'élever une protection extérieure freinant toute convoitise.

    Les couleurs vives des fresques de cette église sont aussi frappantes que celles que j'ai découvertes quelques années auparavant, aux vieux temples de Louxor en Égypte.

    Notre ancêtre Ramidus, qui enfanta un million d'années plus tard Lucie, mère des Homo faber et des Homo sapiens, a donné à sa progéniture un même patrimoine génétique. La roue fut inventée plusieurs fois et les mystères de la technique connurent la même "solution", aussi bien chez les Mayas du Mexique que chez les Pharaons d'Égypte en passant par l'Europe, l'Afrique et l'Océanie.

    Face à l'église Saint-Clément, nous découvrons un sublime micro-musée d'icônes merveilleuses et glorieuses. L'art byzantin est ici à son apogée. Ohrid est par son musée le centre byzantin mondial, la Jérusalem des Balkans, avec un stock de mille icônes qui ont nécessité en moyenne huit ans de travail par unité.

    C'est le style de la pré-Renaissance qui se reflète dans toutes ces icônes de Macédoine, devançant ainsi la catholique Italie, terre pontificale vieille de 2000 ans.

    Cette icône à double face de 70 à 80 cm représente le majestueux portrait de Saint-Clément, élève de Cyrille et Méthode, et fait face à une icône tout aussi célèbre de 1862 représentant l'Oeil de Dieu.

    Dénichez un simple billet vert d'un Dollar US et vous découvrirez à son recto, dans le cercle gauche et en haut d'une pyramide, cette même icône: l'Oeil de Dieu d'Ohrid. Et le Voyage ne fait que commencer...

    Rached Trimèche (1996)

     

  • LA MACEDOINE (4)

                             AU PAYS D'ALEXANDRE LE GRAND

    La Macédoine, qui fut un des premiers empires du monde avec le règne d'Alexandre le Grand, connaît aujourd'hui un appauvrissement certain. L'année 96 affronte un "champ de ruines" qui impose la reconstruction du pays. Ce pays type des Balkans a une population diverse de Macédoniens slaves, Albanais (24%), Serbes, Croates, Grecs et autres étrangers tout aussi désargentés.

    Géographiquement, la Macédoine était trois fois plus étendue que l'actuelle République. Elle couvrait en outre le sud de la Bulgarie et le nord de la Grèce, et sa capitale était Thessalonique, l'actuelle Salonique de Grèce.

    L'histoire récente de la Macédoine est fort simple. Les Grecs, les Serbes, les Albanais et les Bulgares briguent l'annexion du pays. Le référendum sur la souveraineté de Septembre 1991 aboutit à l'envoi de casques bleus onusiens une année plus tard, avec enfin l'admission de la Macédoine à l'ONU en Avril 1993 sous le nom d'ex-République yougoslave de Macédoine ou Fyrom (Former Yougoslav Republic of Macedonia).

    Une protestation de 2 millions de Grecs à Salonique refuse à la Macédoine le nom qu'elle veut porter. L'époque de Papandréou est hostile à la nouvelle République. La Macédoine reste pour les Grecs et leurs voisins fidèles uniquement cette terre qui s'étale entre la Grèce, la Serbie et la Bulgarie.


    Dans la foulée, la monnaie nouvelle passe de 100 anciens Dinars à un seul Denar. Un an plus tard, en Février 1994, la Grèce voisine, considérant que la Macédoine usurpe un nom "historiquement" grec, décrète un blocus commercial. Elle est aussitôt suivie par tous les voisins, condamnant la Macédoine à une véritable crise économique.


    La Macédoine, que d'aucuns veulent voir disparaître, compte pourtant d'illustres enfants, dont deux au moins sont célébrissimes:

    Alexandre le Grand, fils de Philippe II et d'Olympias

    est né en l'an 356 av.JC. Il est roi de Macédoine à l'âge de vingt ans et maître de la Grèce un an après. Il ira plus tard à la conquête de la Perse, de la Syrie et de l'Égypte, où il fondera Alexandrie.

    Son aventure voyageuse le mènera même jusqu'aux confins de l'Inde.

    Mort à Babylone en 323 av.JC, il voit son empire se disloquer et ses généraux (Antigone, Séleucos Ier et Ptolomée Ier) se partager cet empire et créer la civilisation grecque d'Orient (hellénistique) qui durera dix siècles, avec, au centre de la Macédoine, la dynastie des Antigonides.

    Le second personnage est contemporain. Agnès Gonxha Bajaxhiu, plus connue sous le nom de Mère Teresa, naquit à Skopje le 26 Août 1910. Albanaise de Yougoslavie d'origine, de parents allemands, elle entra chez les sœurs de Loreto et fonda en 1950 à Calcutta, en Inde, l'organisation des "Missionnaires de la Charité". Ce prix Nobel de la paix 1979 a assisté près de six millions de personnes à travers 102 pays, avec l'aide de 80 000 bénévoles.

    ÉCONOMIE

    Avec un PNB de 750$ par tête et par an, soit le quart de celui de la Pologne, ou le tiers de celui de la Tunisie, la Macédoine est classée 159 ème sur 244 pays.

    La spécialité agricole est le tabac avec une production de 22 000 tonnes par an, ainsi que le vin. Le blé occupe 20% des terres arables, aux côtés de l'orge et du maïs. Sans accès à la mer, la Macédoine se contente d'une pêche en eau douce dans ses lacs. D'autre part, la Macédoine possède d'importantes mines de charbon, de fer et de cuivre.


    Entourée de redoutables adversaires économiques, la Macédoine est au bord de l'asphyxie

    La notion de rentabilité est obsolète, 60% de la production nationale, étant encore sous l'emprise de l'État. Ce dernier continue à gérer une masse importante de fonctionnaires coûteux et non utiles qui ne peuvent que fragiliser l'infrastructure du pays. La machine étatique essaie de refouler la boulimie grecque et la protection exagérée de la très pauvre minorité albanaise.


    Devant cette quadrature du cercle, les solutions sont évidentes et simples. Faire comprendre aux quatre voisins qu'ils ont intérêt à commercer avec les Macédoniens. Commencer par amadouer la voisine du nord, la Serbie, avec qui la frontière est presque ouverte pour une sorte de marché commun qui sera automatiquement suivi par un assouplissement de la mythique frontière grecque. La dite Serbie (appelée Yougoslavie) est en fait un ensemble de trois entités: la Serbie, le Kosovo (Albanais) et le Monténégro.


    La seconde solution est complémentaire. C'est une ouverture au monde par la voie la plus riche de Macédoine: le tourisme. Visiter le lac d'Ohrid sur les traces de Cyrille et de Méthode, créateurs de l'alphabet cyrillique, utilisé aujourd'hui par près de 350 millions de personnes, et humer l'air qui a caressé les pas victorieux d'Alexandre le Grand et rythmé le voyage de Mère Teresa est un must touristique qui n'échappera pas au voyageur.

    L'asphyxie économique trouverait un poumon nouveau à travers les alvéoles de la Turquie et de l'Italie. Un accord conclu avec ces deux pays permettrait le désenclavement de la Macédoine par l'équipement d'un axe routier et ferroviaire moderne partant du port albanais de Dürrez, au bord de l'Adriatique, à quelques encablures de l'Italie, et allant à Skopje puis à Sofia la Bulgare, et enfin à Istanbul en Turquie, l'ancienne Constantinople, ou la plus ancienne encore Byzance.

    Préservons nos forces et notre souffle pour attaquer demain un des plus beaux et riches (d'histoire) sites du monde, Ohrid.

    Nous voici enfin arrivés à la belle page d'histoire d'Ohrid et à sa découverte tout en vous souhaitant d'aller visiter un jour ce merveilleux coin de notre planète.

    Une charmante petite ville, Ohrid, aux mailles de soie, d'histoire, de culture et d'Orthodoxie nous accueille ce soir après une journée passée à sillonner les routes, venant de Skopje par le chemin des écoliers. Le lac d'Ohrid, perché à 690 mètres, est le joyau de cette couronne donnant une aura sans pareille à cette petite ville du bout du monde.

    Une autre Macédoine nous attend avec, comme au bord du lac Léman par exemple, des familles qui viennent respirer la vie à plein poumons et s'initier à la pêche ou à la planche à voile. Nous tombons sur un grand jour de fête. Notre hôte, gynécologue et ancien Ministre de la santé de cette jeune République, sera notre guide émérite qui commence par nous emmener au centre ville pour assister au quai principal à l'arrivée de la régate. Un sportif mexicain et un athlétique italien seront en tête de course suivis par une centaine d'heureux participants venus de 23 pays. Les microphones et les haut-parleurs stimulent la foule qui danse et rit, avalant bière sur bière et saucissons chauds.

    Demain (Rendez-vous avec les frères CYRILLE & METHODE)

  • LA MACEDOINE (3)

                            VIREE AU KOSOVO


    Avec 2 490 000 habitants vivant sur une superficie de 25 713 km2, soit environ la moitié de la superficie de la Suisse, la Macédoine est enclavée entre 4 pays: au nord, la Serbie et la Bulgarie, et au sud, la Grèce et l'Albanie.

    L'histoire de la Macédoine est riche à plus d'un égard. 700 ans av. J.C., le royaume de Macédoine est fondé par un peuple d'origine indo-européenne, grecque et illyrienne, sous la dynastie hellénisée des Argéades. Quatre siècles plus tard, Philippe II établit son hégémonie sur les Grecs. Peu à peu, la Macédoine fera d'abord partie de l'Empire d'Orient avec Salonique comme capitale, puis de l'Empire byzantin.

    A l'époque, la partie nord des Balkans, répartie entre la Yougoslavie et l'Albanie, portait le nom d'Illyrie et fut grecque, romaine, puis slave.

    Des tribus slaves, originaires de la région du Dniepr, commencent à envahir l'Illyrie orientale et s'étendent jusqu'à Ohrid et Salonique au IXe s. En l'an 806, les Khan, des Bulgares Krum, commencent la conquête de la Macédoine.


    Un autre événement surgit dans cette tempête coloniale: la traduction des livres saints en macédonien en l'an 863 par Cyrille et Méthode, suivie de l'évangélisation, une véritable "liturgie" byzantine. Ohrid devient rapidement la capitale de l'Empire macédonien.

    Cet équilibre sera éphémère et les Byzantins attaqueront la Macédoine quatre ans plus tard.

    Beaucoup plus tard, en 1282, le belliqueux roi de Serbie, à la moustache dure et abondante, Ouroch II, conquiert le centre de la Macédoine et même Skopje. L'Empire serbe ne fait que se renforcer et ne sera décimé qu'en 1371 par les Turcs voisins qui asserviront à leur tour la Macédoine.

    Le Congrès de Berlin tentera, en vain, en 1878, d'octroyer une autonomie à la Macédoine.Le 2 août 1903, éclate l'insurrection de Saint-Elie à la ville de Monastir en Macédoine et le lendemain même, le 3 août 1903, naît Bourguiba à Monastir en Tunisie. La toponymie de ces deux villes de Monastir et de la troisième du même nom, en Bulgarie, est un autre chapitre à narrer...

    Au caprice du temps et des guerres balkaniques, la petite Macédoine sera dépecée par ses puissants voisins grecs, serbes et bulgares. Ces conquérants jouent au ping-pong avec ce pays et se le cèdent indéfiniment les uns aux autres. Le traité de Neuilly de 1919 rend, par exemple, au royaume de Serbie une partie de la Macédoine conquise.

    La Fédération yougoslave de 1945 englobera la Macédoine jusqu'en 1991, date de la souveraineté tant attendue de la Macédoine, qui accède enfin à l'ONU en 1993, en tant que République présidée par Kiro Gligorov.

    Actuellement, en 1996, la Turquie, l'ennemi héréditaire de la Grèce, commence à faire les yeux doux à la Macédoine. Le loup est dans la bergerie: il est peut-être temps aux Grecs de composer avec la Macédoine. La globalisation mondiale, la prédominance des démocraties de marché et cette Turquie qui veut faire incursion en Macédoine sont autant de facteurs qui pousseront les fougueux et passionnés voisins grecs à reconnaître rapidement cette jeune République.

    VIRÉE AU KOSOVO

    Notre troisième journée commence par un rapide "dobarden" doublé d'un "blagadaran" lancés par un jeune homme filiforme en chemise blanche immaculée, qui nous tend une petite clé qui pend dans un petit anneau métallique noir. Nous voici à bord d'une voiture de location blanche, Daewoo SK429, une véritable boîte à sardines munie d'un capot, louée au prix modique de 16 $ la journée.

    Pareille à un cube de beurre, avec un compteur qui ne marque que 200 km, notre petite voiture blanche arbore le mystère de son petit volant dont le cache en plastique est coupé sur une largeur de 1 cm. L'énigme est simple: cet accroc du volant est la marque même de la firme de location, comme dans certains pays du Sud où le propriétaire d'un café marque son verre par une couleur jaune ou bleue en guise de "sceau" d'identité.

    En moins d'une heure, nous arrivons à la frontière serbe face à une mare d'eau trouble qui nous arrête net. Quatre militaires, mitraillette au poing, nous pressent de payer sur le champ la somme de 5 D.M. pour subir la "désinfection" obligatoire du véhicule qui passera ainsi par cette mare douteuse. Cette désinfection restera énigmatique, mais remplira peut-être la caisse par le contribuable. Notre jeune passager Zied, lui, se fait une joie de quitter le véhicule et de traverser la mare à pied, riant, s'éclaboussant de partout et mettant les nerfs des policiers à fleur de peau.


    Commencent alors les palabres policières pour entrer en Serbie avec des passeports tunisiens

    pourtant exemptés de tout visa. Heureusement que nous avions envoyé une télécopie de l'hôtel annonçant notre passage frontalier dans la journée.

    C'est le début d'une nouvelle épopée sous une pluie cinglante et aveuglante, sur des pistes glissantes à travers champs et plaines à perte de vue, passant du Monténégro au Kosovo pour terminer le séjour dans la triste ville de Pristina, où les heures ont suspendu leur vol depuis la nuit des temps, laissant déambuler au bord de ces avenues, sans âmes ni voitures, des personnes tristes et silencieuses au regard hagard et plein d'amertume.

    Reprenons notre micro-voiture blanche et allons vers les routes sinueuses du Kosovo, cette enclave musulmane et pseudo-albanaise de la Serbie voisine, avant de revenir à notre Macédoine.

    Que dire de Yunco, par exemple, cette grande surface grise de quatre étages où les rayons du rez-de-chaussée présentent, sur plus de 60 mètres, des centaines de rouleaux de papier hygiénique et sur cents autres mètres des dizaines de verres en plastique bleu. Tout un étage peuplé de dizaines de vendeuses qui n'ont que ces deux articles à présenter. Telle est la loi du Kosovo, où les Albanais d'origine n'ont plus que les yeux pour pleurer avec un salaire mensuel moyen de 20$ U.S.

    Pour égayer la journée nous achetons de beaux épis de maïs grillés et des glaces à la vanille rafraîchissantes.

    Des étals épars présentent sur les trottoirs un bric-à-brac qui hélas n'attire pas les clients et rend encore plus triste le visage inexpressif et livide des vendeuses aux longues robes aux couleurs délavées.

    C'est l'heure de retour et la pluie est aveuglante. L'essuie-glace de notre voiture coréenne se retourne sur lui même pour saluer les airs et les cieux. La visibilité est de plus en plus mauvaise. Soudain, sans trop comprendre comment, nous nous retrouvons enlisés dans un fossé profond d'une cinquantaine de centimètres, plein de vase et d'eau boueuse.

    Dieu semble veiller sur les voyageurs. Après trente minutes de calvaire, nous arrivons à sortir notre "Ferrari" du fossé, trempés jusqu'aux os. Notre belle et unique passagère regrette d'avoir choisi de visiter le Kosovo, au lieu d'aller bronzer sur les plages de Santa-Lucia, caressée par les alizés des Caraïbes.

    Après cette virée en Serbie-Montenegro-Kosovo, nous retrouvons avec joie notre hôtel et surtout une bonne douche salvatrice. Un ami juriste, un jeune sexagénaire, au regard fuyant et au savoir généreux, nous invite au bar de l'établissement pour une bière du pays.

    L'atmosphère est calme et les clients sont peu nombreux. Toujours aussi belles, les filles du pays semblent mourir d'ennui et lancent sans trop se fatiguer des sourires attendrissants et aguichants. La bière est fraîche et notre ami, qui a collaboré avec le Maréchal Tito, attend sans trop y croire un avenir incertain et répète à souhait que le mur de Berlin est bel et bien tombé suite à l'ouverture d'une brèche dans l'ancienne Yougoslavie. Peter nous présente la Macédoine en professeur érudit.

    A suivre (Voyage à l'intérieur du pays!)